Il disturbo dipendente di personalità 29 Novembre 2016 – Posted in: Blog - I Colori dell'Anima

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Il disturbo dipendente di personalità

Il disturbo dipendente di personalità ha come principale caratteristica il bisogno da parte della persona di avere rapporti personali per non sentirsi mai solo. Le persone con questo disturbo sono convinte di non essere in grado di affrontare la vita con le proprie forze e quando non sono con qualcuno si sentono smarriti e vuoti.

L’assenza di una relazione importante fa sentire la persona dipendente come priva di scopi, fino ad arrivare a sentirsi annientati ed inconsistenti come persone. Le persone con disturbo dipendente hanno inoltre il bisogno ossessivo di essere continuamente presenti e di fondamentale importanza nella vita delle persone a loro vicine. A causa di ciò richiedono continuamente rassicurazioni e conferme e vivono qualunque gesto di allontanamento come dolorosissimo abbandono. Per evitare questa eventualità, i soggetti dipendenti fanno di tutto per esser certi della costante presenza dell’altro, mettendo tutto sé stessi per rinsaldare i propri legami e rendersi indispensabili per gli altri.

La fascia di popolazione maggiormente colpita da questo disturbo è quella femminile con una età superiore ai 40 anni. È un disturbo di personalità piuttosto frequente.

Come si manifesta il disturbo dipendente di personalità

Le persone con disturbo dipendente di personalità hanno la tendeza a percepire sé stesse come sbagliate e incompetenti; questo tipo di svalutazione personale le porta ad essere piuttosto insicure e a valutare come inadeguate le proprie capacità. Da questa svalutazione personale deriva la paura di esser abbandonati dalle figure di riferimento, paura che a volte può sfociare nel terrore, in stati ansiosi o in altri comportamenti del genere che possono sfociare in comportamenti di tipo compulsivo volti ad evitare ogni rischio di abbandono. Per esempio questi soggetti, all’interno delle relazioni di coppia, cercano di assumere un atteggiamento simile a quello delle geishe giapponesi, cercando di comprendere e anticipare i desideri dell’altro, pensando che questo tipo di comporatamento le renderà indispensabili e quindi inallontanabili.

Quando una persona con disturbo dipendente di personalità non è accompagnata da qualcuno, tende a sentirsi vuota, come una “lavagna cancellata” o come “una barca a vela con le vele strappate”, priva di scopi e di sogni. Questo stato è ovviamente accompagnato da un tono dell’umore estremamente deflesso e da una profonda tristezza.

Le personalità dipendenti hanno tuttavia anche dei desideri propri, la loro maggiore difficoltà sta però nel riconoscerli e quindi nel portarli avanti e, anche quando ne sono consci, difficilmente sono in grado di mettere in atto comportamenti atti al loro raggiungimento, a meno che non siano certi della completa approvazione di quella che in quel momento è la loro figura di riferimento.

Possiamo quindi dire che sono le relazioni il punto di partenza per la vita della persona dipendente. La loro difficoltà a percepire sé stessi e la loro tendenza a svalutarsi, fa si che quando i desideri dell’altro non sono compatibili con i propri, essi si sentono in obbligo di conformarsi provando forti sensazioni di rabbia. Questa rabbia a volte può minare la stabilità del rapporto e questa sensazione è assolutamente insostenibile in quanto potrebbe portare ad un abbandono. Questo terrore porta la persona dipendente ad essere arrabbiata perché non vista dall’altro, e a ristabilire immediatamente la vicinanza con l’altro assecondando i suoi desideri.

Distinguere per comprendere (Diagnosi differenziale)

I sintomi fondamentali di una persona con disturbo dipendente di personalità sono:

delegare ad altri la responsabilità delle decisioni importanti per la loro vita; grande difficoltà nell’espressione del disaccordo per paura di perdere l’appoggio delle figure di riferimento; difficoltà nel prendere le decisione quotidiane senza l’appoggio di qualcuno; enormi timori di essere abbandonato a sé stesso; immediato bisogno di trovare una nuova figura di riferimento al termine di una relazione importante.

Visto che alcune di queste sintomatologie sono presenti anche in altri disturbi di personalità, può essere utile fare alcuni distinguo per non rischiare di fare confusione.

È importante distinguere il disturbo dipendente dal disturbo borderline con cui condivide il terrore dell’abbandono da parte delle figure di riferimento e la sensazione di essere sbagliato. Il dipendente, dal canto suo, non presente né la caoticità né l’instabilità relazionale del borderline.

La rappresentazione di sé come incapace è in comune con il disturbo istrionico di personalità, ma nel dipendente manca il bisogno ossessivo di stare al centro dell’attenzione degli altri molto presente nel disturbo istrionico.

Le cause del disturbo dipendente di personalità

Alcuni studi hanno individuato nell’infanzia delle persone con disturbo dipendente di personalità l’instaurarsi di una relazione genitoriale che determina e mantiene le rappresentazioni che il bambino ha di sé come di un qualcosa di vulnerabile e poco efficace. I bambini costruiscono queste interiorizzazioni facendo esperienza di relazioni genitoriali ambivalenti e intermittenti nella capacità di fornire amore.

L’ambivalenza mostrata dalle figure genitoriali porta il bambino a mettere in atto atteggiamenti volti al mantenimento della vicinanza della figura di riferimento, sviluppando dinamiche di dipendenza rese più solide dalla paura dell’abbandono generata proprio dall’intermittenza mostrata dalle figure genitoriali.

Le conseguenze del disturbo dipendente di personalità

Le aree maggiormente compromesse nelle persone con disturbo dipendente di personalità sono quella lavorativa e quella delle relazioni sociali ed affettive.

Il continuo bisogno di conferme e la difficoltà data dalla paura dell’abbandono nell’esprimere il proprio disaccordo quando ve ne sia il bisogno, possono generare problematiche sia a livello lavorativo che relazione/affettivo.

Anche l’incapacità di prendere decisioni in autonomia può minare la carriera della persona con disturbo dipendente di personalità, in altre situazioni, l’eccessiva tendenza ad assecondare i propri capi, può portare queste persone al rischio di venire sfruttate.

Le relazioni sociali di questa persona alle volte sono incrinate quando avvengono in contemporanea con una relazione sentimentale di quest’ultima. Infatti, la persona con disturbo dipendente di personalità tende ad investire tutte le proprie forze nella coltivazione della relazione amorosa, tendendo a trascurare le relazioni amicali che con il tempo tendono inevitabilmente e gradualmente a deteriorarsi.
A loro volta i rapporti affettivi, come già detto in precedenza, sono caratterizzati da una continua ricerca da parte del dipendente di assecondare i bisogni del partner per evitare l’abbandono; quando poi il dipendente sentisse troppo recisi i suoi bisogni non riuscirà in ogni caso ad esprimerli al proprio compagno e si troverà a dover gestire e reprimere un vissuto rabbioso che lo terrorizza in quanto predittore di abbandono. Inoltre in tutte le relazioni la persona dipendente tenderà a non sentirsi mai completamente ricambiata dall’altro in quanto nessuno si dedicherà mai a lei quanto lei si dedica agli altri.

La terapia del disturbo dipendente di personalità

Come sempre quando si tratta di disturbi di personalità la psicoterapia svolge un ruolo fondamentale nella cura di questo tipo di disturbi. All’interno dei confini della relazione terapeutica la persona può infatti arrivare a comprendere la natura delle proprie sofferenze ed imparare a riconoscere i propri comportamenti disadattavi e i contesti nei quali vengono maggiormente messi in atto.

Spesso può risultare utile fare alcune sedute di terapia familiare in quanto, osservando le interazione che si verificano in seduta, è possibile identificare le dinamiche comportamentali che tendono a rinforzare le problematiche del paziente.

Qualora durante la terapia emergessero eventi traumatici dai quali il paziente avesse cominciato a mettere in atto i suoi comportamenti patologici, è sicuramente di aiuto integrare la psicoterapia con la terapia EMDR, molto utile nell’elaborazione delle esperienze traumatiche.

Per approfondire

  • Disturbi gravi della personalità. Otto Kernberg, Bollati Boringhieri, 1988, Torino.
  • Scusate il disturbo, una versione umoristica della personalità. L. Recanatini, Alpes Italia, 2008, Roma.
  • EMDR revolution. Cambiare la propria vita un ricordo alla volta. Una guida per i pazienti.
    Croitoru
    , Mimesis, 2015, Milano.

 

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