Conoscere i chakra VI 18 Maggio 2020 – Posted in: Blog - I Colori dell'Anima, Chakra

Il primo chakra- seconda parte

Liberamente tratto da “ La psicologia dei chakra” di Anodea Judith

La formazione e l’evoluzione di Muladhara

L’utero è la nostra prima esperienza del corpo, per questo motivo tale ambiente ha una importanza fondamentale per lo sviluppo del primo chakra. La qualità della nutrizione della madre ed il suo stato emotivo sono di fondamentale importanza per la struttura del terreno personale del bambino. Se la madre è impaurita o tesa l’utero si contrae e viene invaso da sostanze chimiche che stimolano energie molto intense e questo diventa uno stato normale per il feto. Durante i primi 6 mesi dopo la nascita il concetto di sé non esiste, la presenza della madre e l’ambiente circostante sono parte di una esperienza di vita totale, indifferenziata e la coscienza è orientata esclusivamente al corpo. Lo stato della madre e dell’ambiente equivalgono quindi alla prima esperienza del sé. Se la madre è tenera e attenta e l’ambiente caldo e confortevole allora noi percepiamo così noi stessi sviluppando fiducia in noi e nell’ambiente circostante. Se la madre non è accudente e l’ambiente non è confortevole o addirittura è insidioso, la nostra prima esperienza del sé vitale avrà una carica negativa. Questa sorta di programmazione che avviene in questi primi mesi di vita costituisce la base fondamentale di tutto lo sviluppo seguente.

Se i movimenti e i suoni come il pianto procurano sollievo al bambino sotto forma di accudimento lo stato fusionale tra interno ed esterno non si interrompe fino a che non si arrivi ad un sufficiente sviluppo motorio; se il bambino è incapace di veder soddisfatte le proprie necessità si va creando una crescente sfiducia verso l’esterno e una dissociazione verso il mondo interiore. Se infatti i nostri impulsi istintivi non portano ad ottenere quello di cui necessitiamo, allora impariamo ad ignorarli ed a percepire il mondo come ostile.

A sei mesi, quando il bambino impara a sedersi, a mettersi verticale, inizia l’era del secondo chakra, mentre gli sviluppi del primo continuano ad andare avanti.

Traumi e violenze

Tutte le esperienze che minacciano la nostra sopravvivenza vanno ad impattare sul primo chakra. Più è piccolo il bambino maggiori sono i danni che possono verificarsi sul primo chakra. Un primo anno privo di traumi crea delle fondamenta solide.

Quando un neonato si trova in pericolo è costretto a ricadere su sé stesso, una cosa che in questo stato evolutivo è impossibile essendo lui completamente dipendente dagli altri. Quando accade una cosa del genere, la corrente energetica discendente si blocca e si potenzia quella ascendente che porta l’energia verso i chakra superiori dove si sente maggiormente al sicuro. Se questo succede spesso, il. Movimento ascendente diventa abituale, deprivando i chakra inferiori e destabilizzando tutto il sistema.

Riprendersi dai traumi di nascita o dei primissimi mesi di vita è una esperienza assolutamente non intellettuale che necessita di un ritorno all’ascolto del corpo ed ai suoi movimenti, consentendoci di immergerci nella sua fisicità.

Trauma di nascita

La nascita è la nostra prima esperienza di sopravvivenza, l’usanza tipica di questa era di separare il feto dalla madre dopo la nascita aumenta la pericolosità di questo tipo di trauma. L’esperienza di nascita così come oggi è concepita, rappresenta un enorme shock al nostro antico sistema nervoso.  Anche l’incubatrice può portare gli adulti che da piccoli ne hanno avuto bisogno ad avere problemi a stabilire un rapporto di intimità con gli altri o ad accettare l’isolamento dagli altri come normale.

Per lavorare con questo tipo di traumi e più in generale con i blocchi energetici creati dalle esperienze traumatiche sono di sensazionale utilità le tecniche di respirazione olotropica ideate da Stanislav Grof e sua moglie che hanno a loro volta dato origine alle tecniche di rebirthing e di respiro circolare transpersonale.

Abbandono

L’abbandono, sia fisico che emotivo va ad impattare direttamente sulla nostra sopravvivenza. Ad esempio un bambino che non viene toccato sperimenta una sorta di abbandono anche se gli vengono fornite le altre cure di cui ha bisogno. Brevi periodi di abbandono sono normali e non causano danni permanenti, periodi più lunghi causati da ospedalizzazioni, divorzi ecc. creano un profondo senso di insicurezza.

Nelle adozioni ad esempio i genitori adottivi sono tenuti ad offrire ancora più amore, sostegno e sicurezza di quanto non si farebbe con un bambino naturale. L’abbandono minaccia la nostra sopravvivenza, ci fa sentire non voluti e mette in discussione il nostro diritto di esistere, va a scatenare paure che inibiscono risposte appropriate a situazioni comuni. Ad esempio un adulto che tema l’abbandono, tenderà a non esprimere le sue opinioni che teme siano discordanti con quelle dell’altro per paura di essere abbandonato, oppure incasserà ogni minima critica ricevuta come un segnale di abbandono.

L’’abbandono nei primi anni crea un eccesso nel primo chakra che compensa con la dipendenza dalla sicurezza, dal cibo, dalle persone a cui si vuole bene, dalle routine ecc.; questo porta le persone a diventare dipendenti dalla sicurezza di ciò che hanno, mettendo la loro energia in un modello di mantenimento che fornisca false certezze.

Anche la trascuratezza è una forma di abbandono, contrasta con il tentativo del primo chakra di dare stabilità, può provocare vergogna ed intaccare l’autostima. Nella trascuratezza rientra la malnutrizione, funzione basilare del primo chakra. Alcuni bambini vivono in uno stato costante di fame, altri sono iper nutriti con cibo non adatto, altri ancora vengono manipolati dai genitori attraverso il cibo.

Violenza fisica

La violenza fisica provoca il dolore e insegna ai bambini a dissociarsi dalle sensazioni fisiche. L’ansia scatenata dalla violenza provoca uno stress ormonale il cui stato di agitazione può creare dipendenza che può portarci alla necessità di creare crisi nel corso della vita per poterci sentire più vivi e meno dissociati. La crisi ci pone in uno stato di sopravvivenza continua, la paura è una compagnia costante e si trasforma in una pietra di paragone con l’esperienza dell’esser vivi.

Traumi ereditari

E’ possibile ereditare dai nostri genitori degli aspetti del primo chakra in maniera inconscia. Per esempio genitori con traumi di guerra, di povertà, persecuzione, che hanno perso un figlio precedentemente o che hanno problemi non elaborati con il sopravvivere possono inconsciamente trasmettere le loro paure ai loro figli.

Esiste infatti un inconscio familiare che contiene l’inconscio della famiglia attuale e delle precedenti generazioni; all’interno di questo flusso energetico vi sono eventi traumatici di vario genere che, se non vengono in qualche modo affrontati ed elaborati, possono ricadere sulle generazioni successive in maniera anche molto violenta. Sono le cosiddette lealtà invisibili di cui ci parla Anne Anceline Schutzenberger nei suoi meravigliosi libri.

Il lavoro ideato da Hellinger sulle costellazioni familiari, è una via privilegiata per lavorare sui campi di coscienza che costituiscono l’inconscio familiare. Tramite tale tecnica è infatti possibile sciogliere i nodi che si sono. Creati anche molti anni prima e che ancora gravano nella nostra vita di ogni giorno.

Effetti dei traumi e delle violenze

Spesso per le persone che sono stati privati dell’accudimento, i confini sono un qualcosa di misterioso, se i nostri confini non funzionano è il mondo stesso a fornirceli; le altre persone ci respingono, le forze dell’ordine ci puniscono e le malattie ci immobilizzano. Se invece le necessità del primo chakra sono state soddisfatte non avremo alcuna difficoltà nel costruirci confini adeguati; saremo in grado di re quando abbiamo mangiato o bevuto a sufficienza, quando una relazione ci ha stufato sapremo ritirarci sicuri di esser sostenuti dalle nostre radici. Se le nostre necessità legate al primo chakra invece non sono state soddisfatte avremo paura dei confini, dei limiti, cercheremo ossessivamente gli stati fusionali che ci sono stati negati senza mai sentirci soddisfatti, appagati, felici.

Quando ci viene negato il nostro terreno, quando dobbiamo sopperire alle difficoltà di sopravvivenza della nostra famiglia, i confini non si formano, si diventa dipendenti o co-dipendenti perché ci siamo dovuti occupare di un genitore malato o dipendente da sostanze, di un fratello lasciato solo o invalido. Quando certi doveri sono necessari per la sopravvivenza, allora la sopravvivenza è equiparata all’assenza di confini.

Chakra superiore dominante

Le esperienze negative che minacciano la sopravvivenza intensificano il movimento verso l’alto dell’energia fisica, se il corpo infatti non si sente al sicuro, il bambino distoglie l’attenzione dalla sensazione spiacevole e taglia fuori da se le sue sensazioni fisiche. La corrente discendente viene inibita e la maggior parte dell’energia viene inviata verso la testa.

Una persona in queste condizioni può essere bloccata nel corpo, non in grado di accorgersi dei propri bisogni, funzioni queste ad appannaggio del primo chakra. Il risultato di questo processo è la frequente contrazione di malattie durante le quali si presta attenzione al corpo solamente quando grida ad un volume altissimo, questo infatti è visto come una entità aliena, una cosa statica. Le persone con una corrente ascendente accelerata è ipervigile verso i segnali provenienti dall’esterno, come se fosse nel costante tentativo di collegarsi con qualcuno che si prenda cura di lei o sempre in allerta verso un qualche pericolo. Con un primo chakra carente il corpo viene annullato e la coscienza viene elevata creando una enorme frattura tra mente e corpo.

Ovviamente quando il primo chakra è danneggiato questo si ripercuote anche negli altri chakra, la sessualità ne viene affetta in quanto esperienza del corpo, dei sensi e di contatto.

La struttura caratteriale: lo schizoide creativo e intelligente

Lo schizoide è detto anche creativo, perché è molto intelligente ed interessato verso la spiritualità. Questo tipo di struttura può svilupparsi fin da dentro l’utero, quando per esempio si ha una madre spaventata o arrabbiata che trasmette queste emozioni al figlio. In questo contesto il bambino non riceve un senso di libertà, di sicurezza, comincerà a contrarsi e questa modalità. Contratta diventerà il suo naturale modo di essere.

Se la madre si è allontanata dal proprio corpo avrà difficoltà a trasmettere un sano senso di radicamento al bambino; potrebbe non toccare a sufficienza l’infante quando il contatto è la vera affermazione dell’esistenza per un neonato. A causa della mancata affermazione del corpo il carattere creativo pone in dubbio il suo diritto di esistere, il nostro primo diritto in assoluto. Il corpo viene negato e con esso la soddisfazione dei suoi bisogni.