Conoscere i chakra III 1 Marzo 2019 – Posted in: Blog - I Colori dell'Anima, Chakra

Conoscere i chakra

Liberamente tratto da “ La psicologia dei chakra” di Anodea Judith

Introduzione Parte III°

Il blocco dei Chakra

Solitamente i blocchi sono in relazione alle funzioni che i chakra svolgono, per esempio se per noi è difficile comunicare abbiamo un blocco nel 5° chakra, se viviamo nella paura è bloccato il terzo, ecc.

Come detto prima i chakra sono bloccati dalle esperienze negative, indottrinamenti culturali, traumi fisici e psichici ecc.

Come ci dice Kabat Zinn nei suoi libri sulla mindfulness, l’uomo sviluppa delle strategie per affrontare le difficoltà che la vita gli pone di fronte, più queste strategie vengono utilizzate e maggiormente questi schemi diventano automatici, non ne controlliamo più l’attivazione. Questi schemi diventano man mano modelli cronici che si ancorano a corpo e mente come vere e proprie strutture difensive che lavorano tanto sul piano mentale, quanto sul piano corporeo. Nel corpo si vanno via via creando dei modelli fissi che modellano la nostra muscolatura che impediscono il libero scorrere dell’energia anche quando le minacce che avevano attivato l’automatismo sono terminate. Questa perenne tensione è chiamata armatura caratteriale. Tale armatura influenza la nostra postura, il nostro metabolismo, i nostri stati emozionali, i nostri sistemi interpretativi, percettivi ed i nostri sistemi di convinzioni. Tutto questo ovviamente crea delle conseguenze in tutte le nostre attività quotidiane.

E’ di fondamentale importanza comprendere i blocchi che abbiamo per comprenderne l’origine e il significato nascosto al loro interno, e sviluppare degli strumenti adeguati che sciolgano il  blocco.
Per sbloccare un chakra è necessario intervenire su più livelli: 1- essere in grado di comprendere le dinamiche di quel particolare chakra, 2- esaminare la nostra storia personale in relazione agli aspetti di quel chakra per comprendere come le nostre esperienze personali possono aver alterato il suo funzionamento; 3- utilizzare tecniche ed esercizi che possano agevolare lo sblocco del chakra

( meditazione, mindfulness, kundalini yoga, respiro circolare/rebirthing ecc); 4- Bilanciare gli eccessi e le carenze di quel determinato chakra.

Eccessi e carenze

Gran parte dei nostri problemi nascono dal troppo o troppo poco di qualche cosa, la nostra vita è una eterna ricerca di equilibrio. Il modo in cui affrontiamo lo stress, i traumi o i problemi della vita quotidiana solitamente rientra in una di queste due categorie: accrescere la propria energia per combattere il problema, o diminuirla per sottrarsi alla situazione. Sono sempre strategie che vanno per eccesso o per difetto.

Ad esempio se una persona è molto tonica fisicamente fino ad essere iper-tesa, ansiosa per ogni dettaglio, ossessiva riguardo i particolari e super organizzata allora è superbloccata o in eccesso. Se invece una persona cerca di sottrarsi alle situazioni, è vaga, inaffidabile, con un corpo poco tonico, di carattere molto mutevole, allora è probabile che sia poco compatta o carente.

Un chakra in eccesso è troppo intasato per essere funzionale, un chakra carente assottiglia l’energia e diventa vuoto e inutile.

Durante l’arco della nostra vita possiamo trovarci sviluppati in eccesso in alcune aree e carenti in altre. Ad esempio una carenza nel primo chakra può portare ad eccessi nei chakra superiori. E’ addirittura possibile presentare modelli in eccesso e carenti all’interno dello stesso chakra (chi è molto emotivo ma sessualmente frigido ad esempio ha entrambi i blocchi nel secondo chakra).

In ogni caso tutti i. chakra, sia che siano attivi in eccesso o per difetto hanno in comune il fatto di essere il prodotto derivato di strategie di adattamento volte ad affrontare traumi, stress o circostanze spiacevoli. Entrambi riconducono lo scorrimento dell’energia attraverso il sistema e bloccano l’espressione delle correnti energetiche di cui abbiamo parlato prima. Alla fine entrambi i tipi di problemi conducono a comportamenti disfuznionali e a problemi di salute.

Gli squilibri dei chakra possono essere affrontati in molto modi diversi: sia verbalmente attraverso la discussione e la psicoterapia, che fisicamente attraverso il lavoro corporeo tramite esercizi propriocettivi, lo yoga e molto altro, che spiritualmente attraverso la meditazione, la mindfulness, il respiro circolare ecc.

Le armature caratteriali                         

Dato che eccessi e carenze diventano parte integrante dei nostri modelli comportamentali cronici, possiamo anche descriverli come armature caratteriali. Tali armature sono il frutto del nostro vissuto, delle difficoltà sperimentate durante i vari stadi di sviluppo della vita; le modalità con le quali affrontiamo queste sfide diventano col tempo modalità abituali che operano al di là del piano cosciente sotto forma di risposte abituali inconsce, modelli autoperpetuantesi che tendono a ricreare le stesse situazioni che li hanno generati ( John Kabat Zinn in molti dei suoi libri sulla mindfulness definisce questo meccanismo il “pilota automatico”).

Alexander Lowen, continuando gli eccezionali studi di Wilhelm Reich, descrive cinque strutture caratteriali di base, ciascuna con caratteristiche molto peculiari; molti hanno un tipo di struttura con però caratteristiche di altre strutture. Spesso durante il lavoro di terapia possiamo scoprire che sotto una determinata armatura se ne nascondeva un’altra.

Le cinque strutture caratteriali indicate da Lowen sono:

  • Lo schizoide-creativo: una persona in cui mente e corpo sono molto separati a causa di una alienazione del primo chakra. Solitamente queste persone sono persone molto creative ed intelligenti con i chakra superiori molto sviluppati. Il loro problema ruota attorno al diritto di esistere (primo chakra).
  • L’orale-amante sono tipi molto orientati alla fase emozionale e al dare, sono indicati come gli amanti. Questa modalità insorge a causa delle deprivazioni nelle fasi di cura e nutrimento, le fasi in cui si è dipendenti da qualcuno. E’ collegato ai primi due chakra.
  • Il tollerante masochista: E’ una struttura fissata al terzo chakra. Privati della loro autonomia, i masochisti hanno la tendenza a tenere tutto dentro utilizzando un modello conflittuale che si muove attorno al compiacere ed il resistere rovesciando all’interno la loro energia bloccata. Sono persone forti e leali, buoni compagni nei momenti di difficoltà, per questo sono indicati come i tolleranti.
  • Il rigido realizzatore: dopo aver sofferto molto a causa della mancanza di approvazione durante i primi anni di vita, queste persone tendono a focalizzare tutte le loro energie sulla realizzazione. Hanno livelli di funzionamento molto alti ma temono le relazioni e l’intimità. Le loro difficoltà vanno fatte risalire al quarto chakra.
  • Lo psicopatico/sfidante: Hanno il terzo chakra troppo attivo e sono quindi troppo orientati all’esercizio del loro potere sugli altri. Difende i sottomessi e sfida i forti.